L’abito di sartoria…considerazioni e piccola storia

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L’abito da sposa è “l’abito” per eccellenza. Un simbolo da indossare che ha diverse chiavi di lettura: la principale è che rappresenta un sogno, un’emozione che si consolida, un cerchio che si chiude ma che rappresenta un nuovo inizio perciò si apre a una nuova vita.
E’ il culmine di emozioni, aspettative e sogni di ogni donna: è la “pelle” che la donna sceglie per presentarsi a colui che l’aspetta per unirsi, e come tale deve aderire al corpo e all’anima della sposa.

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Nel passato l’abito da sposa era il ”biglietto da visita” per la ragazza che veniva “concessa” da una famiglia ad un’altra. Sebbene questa immagine evocava una rappresentazione materialistica della tradizione, essa aveva quindi l’onere di rappresentare una posizione sociale. Più sfarzoso era il vestito più ricca la famiglia. La rappresentazione, insomma, della commedia della vita.
Per cui largo a sete e tessuti preziosi riccamente lavorati e selezionati fra tutto ciò che arrivava da lontano e che profumava di spezie e di magia… Ciò che accade oggi potrebbe essere esattamente ciò che accadeva ieri. Nel giorno del proprio matrimonio si sfoggia ciò che di meglio la propria condizione economica permette e si dimostra, con tutto ciò, l’importanza che le famiglie davano a queste unioni.

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Il patrimonio emotivo e non, che la sposa porta con sé nella scelta dell’abito, però, non deve essere sottovalutato. Oggi più che mai la scelta di un abito confacente alle caratteristiche fisiche e caratteriali della sposa, più che su di un piano economico, da un punto di vista affettivo, deve essere attenta e rappresentativa di un percorso evolutivo e consapevole della donna.
Perciò non sarebbe possibile pensare ad abiti per queste occasioni che vengono realizzati in serie: perchè sebbene esistano le mode del momento, è anche vero che dietro a una tale realizzazione potrebbe, o forse dovrebbe, rendersi necessaria la mano di un artigiano che sappia confezionare un capo interpretando le
aspettative della sposa e curarne i dettagli, dal primo all’ultimo. Un professionista compagno di viaggio che condurrà la stessa sposa alla ricerca di quei particolari, come i tessuti i colori o le rifiniture, che faranno di ogni abito da sposa un pezzo unico: un’opera d’arte che sarà tale grazie a
quello che la sposa ha dato in questo processo.
Forse qualcuno lo definirà lusso, qualcun altro lo definirà necessario, ma questa considerazione ha portato molti artigiani fra cui La Sposa Dipinta, alla conclusione che il vero abito nasce in sartoria: un abito fatto a mano con amore e con tessuti naturali. L’abito per eccellenza deve essere cucito a mano ed i modelli scelti rigorosamente a seconda della fisicità della sposa e non solo adattati con qualche cucitura.
La sposa è unica e unico deve essere l’abito da sposa.

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Di qui la donna riacquista la sua centralità e le emozioni di veder nascere il proprio abito grazie alle mani di un professionista. La magia di vedere il proprio abito da sposa nascere sul proprio corpo nel modo più naturale è impagabile… ci riporta agli anni in cui lo stilista era una realtà. Un professionista serio e preparato che sapeva disegnare e cucire i propri modelli pensati esclusivamente per le proprie clienti.
Abbiamo bisogno di un po’ di magia…l’abito da sposa non può essere scelto misurandone una ventina in un negozio ma deve essere disegnato e realizzato appositamente per chi lo indosserà.
Solo così avverrà la magia e solo così potremo riscoprire l’abito simbolo ma non della propria condizione sociale bensì dell’amore che ci ha portati alla decisione di legarci ad un’altra persona per tutta la vita.

Abito da sposa artigianale: sartoria La Sposa Dipinta

Abito da sposa artigianale: sartoria La Sposa Dipinta

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